MATTARELLA CONTRO I MANGANELLI

Le parole di Mattarella sulle manganellate dei poliziotti ha suscitato diverse reazioni e anche sconcerto. Una nota irrituale scrive su atlanticoquotidiano.it il direttore Federico Punzi. “Se non altro perché non è la prima volta che dei “ragazzi” si sono presi delle manganellate dalla polizia. Per citare solo un esempio piuttosto recente, se le sono prese anche gli studenti dell’Università La Sapienza che tentarono di impedire che si tenesse nell’ateneo romano un dibattito con Daniele Capezzone. Interventi di Mattarella in difesa della libertà di parola: zero”. (Federico Punzi, L’assist di Mattarella alle piazze pro-Hamas, tutt’altro che pacifiche, 25.2.24, atlanticoquotidiano.it)

Hanno visto tutti, i ragazzini a Pisa hanno tentato di fare qualcosa di illegale, forzare un cordone della polizia. Si vedono gli agenti fermi sulla loro posizione, mentre i “minorenni” spintonano, strattonano, insultano, aggrediscono un cameraman e un poliziotto. Si vedono gli agenti indietreggiare il più possibile, per evitare lo scontro, finché non possono fare altro che respingerli. Tuttavia in questi giorni, ma anche in passato abbiamo assistito a manifestazioni di piazza per nulla pacifiche, sempre organizzate dalla sinistra, dai collettivi studenteschi o centri sociali o da anarcocomunisti. “Peccato, però, che Mattarella non potesse scegliere occasione peggiore per intervenire così a gamba tesa, assumendosi una grande responsabilità”.

Il presidente Mattarella ha deciso di intervenire in questa occasione, ma certamente rischiando di fornire legittimazione e copertura a piazze per nulla pacifiche che ora si sentiranno incoraggiate a sfidare la polizia. Una grande responsabilità si è assunto. Non vorremmo essere nei panni di chi gestirà l’ordine pubblico nelle prossime settimane”. E a proposito di legittimazione, non ci sono solo i “bravi ragazzi” di Pisa e Firenze, c’è anche il caso della Giunta rossa di Torino, guidata da Lo Russo, che legittima il violento centro sociale di Askatasuna che occupa da quarant’anni uno stabile. Vogliamo ricordare al presidente Mattarella lo scopo deliberato della maggior parte delle manifestazioni pro-Palestina, anche perché tutti hanno sentito gli slogan antisemiti. Piazze deliberatamente ambigue sul diritto di Israele ad esistere come Stato, piazze che esprimono un rigurgito di odio antisemita, che accusano Israele di genocidio”. I manifestanti gridano gli stessi slogan di Hamas che evocano lo sterminio degli ebrei di Israele (From the river to the sea Palestine will be free”, Palestina libera dal fiume al mare).“Usa, Europa, Israele partner del genocidio” e “sionismo è terrorismo”, frasi esibite in alcuni dei cartelli al corteo di Milano. Anche i “ragazzi” che provano a forzare un cordone di polizia gridando gli stessi slogan di Hamas “esprimono un fallimento”.

Insomma, se proprio doveva esserci un intervento sul tema – in realtà abbastanza strumentale – “manganellate agli studenti”, il presidente ha scelto il momento e le piazze più sbagliate possibili. Piazze che non meritavano questo assist. Piuttosto, questo sì, si intravede a partire dalla nascita del governo Meloni il ruolo di qualche cattivo maestro che sta mandando avanti i ragazzi per creare un clima da “scontro sociale”.

E poi come non ricordare al presidente Mattarella le libertà sospese nel silenzio durante la pandemia del Covid? La “libertà di manifestare liberamente opinioni” che oggi viene richiamata da Mattarella è stata conculcata sotto la sua presidenza con atti e circolari ministeriali nel suo assoluto silenzio. Anche il divieto di manifestare, gli idranti e la caccia all’uomo usati contro chi osava protestare contro le misure Covid, dal Green Pass al surrettizio obbligo vaccinale, “esprimono un fallimento”. Fallimento di chi? Come ha osservato Luigi Curini su X, ci sono evidentemente “manifestanti di serie A e manifestanti di serie B e a deciderlo sono sempre i soliti noti”. Ci si permetta quindi di osservare che con riguardo a “libertà di manifestare opinioni”, e a libertà individuali, le scelte avallate durante il biennio pandemico hanno ridotto credibilità e autorevolezza della voce del presidente Mattarella.

L’editoriale di atlantico si chiude con un monito al Centrodestra. Certamente l’intervento di Mattarella è ovviamente anche un ricostituente per le opposizioni, ma dovrebbe almeno suonare come una sveglia per la maggioranza di centrodestra. Ha fatto malead abbandonare uno storico punto del suo programma elettorale, l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Altro errore è stato quello “a piegarsi al diktat presidenziale sulla Commissione di inchiesta Covid, accettando di circoscrivere il perimetro di indagine in modo da non rischiare alcuna sconfessione politica dell’operato del Quirinale durante la pandemia”.

 

Torino, 28 febbraio 2024

S. Romano abate.                   A cura di DOMENICO BONVEGNA

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