PIU’ MULTE PER I CITTADINI AUTOMOBILISTI MILANESI.

L’ETICA GIUSTIZIALISTA E GIACOBINA DEGLI AMMINISTRATORI DEL COMUNE DI MILANO. GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DEVONO SANARE I BILANCI DEL COMUNE CON LE MULTE AI CITTADINI AUTOMOBILISTI…

In un interessante articolo pubblicato da LaNuovaBQ.it di Ruben Razzanti, denuncia una certa mentalità giustizialista, forse meglio scrivere giacobina, di una certa sinistra.

L’articolo fa riferimento a due dichiarazioni di due esponenti pubblici milanesi di questi giorni. La prima è del vicesindaco del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, che di fronte al calo delle multe, afferma: «se le contravvenzioni sono calate non esistono automobilisti più disciplinati ma solo trasgressori che l’hanno fatta franca. Così, anziché spendere denaro per facilitare la mobilità e per incrementare il numero di parcheggi la politica la fa franca usando le strade come fonte di guadagno». (Ruben Razzanti, “Le multe calano e Milano punisce i cittadini”, 1.2.20, in LaNuovaBQ.it)

L’altra dichiarazione è del membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura, Piercamillo Davigo. «Nonostante, infatti, la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione presso il Ministero dell’Economia e delle finanze documenti che ogni anno in Italia ci sono 1007 innocenti in custodia cautelare e che dal 1992 si sono registrati oltre 27.200 casi di ingiusta detenzione, per una spesa che sfiora i 740 milioni di euro in indennizzi, lui si ostina a dire che non esistono innocenti ma solo “colpevoli che l’hanno fatta franca” grazie anche ad avvocati bugiardi che tentano, spesso riuscendoci, di allontanare la verità ostacolando il lavoro degli incorruttibili pubblici ministeri».

Razzanti evidenzia una impostazione criminalizzatrice e giustizialista in modo aprioristico, che vorrebbe sostituire la presunzione di innocenza prevista dalla Costituzione con il principio dell’infallibilità dei giudici e di qualsiasi autorità di controllo, fa proseliti anche nelle istituzioni rappresentative.

Pertanto le dichiarazioni rilasciate dal vicesindaco e assessore alla sicurezza del Comune di Milano, a proposito delle multe stradali. «fanno rabbrividire».

L’assessore esclude che il calo delle multe possa dipendere «dall’educazione stradale, dal senso civico, dall’accortezza crescente degli automobilisti milanesi, che pure avrebbero mille ragioni per andare su tutte le furie, visti i frequenti rallentamenti della circolazione a causa dei lavori dei cantieri della metropolitana, le deviazioni e gli altri ostacoli che quotidianamente devono sopportare per raggiungere il posto di lavoro o per spostarsi da una parte all’altra della città». Anzi la Scavuzzo rincara la dose, bisogna puntare a nuove ed efficaci tecnologie per rilevare meglio le infrazioni degli automobilisti. A questo proposito bisogna dotare i vigili milanesi, di strumenti tecnologici sempre più sofisticati: tablet e “occhio d’aquila” in grado di smascherare con un semplice sguardo chi trasgredisce.

Naturalmente l’assessore lamenta un calo del gettito dovuto a contravvenzioni, che nel 2019 è sceso dai 298 milioni dell’anno prima, a “soli” 271 milioni.

Dunque si evince che le casse comunali piangono, allora è il caso di spremere ben bene gli automobilisti con qualsiasi mezzo. Poco importa se i parcheggi non sono sufficienti, se i mezzi pubblici non collegano tutte le zone cruciali della città e quindi chi deve arrivare puntuale al lavoro non può affidarsi a tram, autobus e metropolitane. «Per il Comune di Milano l’importante è fare cassa a ogni costo sulla pelle di chi ogni giorno affolla le strade della città con autoveicoli o motoveicoli. Nel bilancio di previsione 2020 di Palazzo Marino è previsto un incasso di 285 milioni di multe». Per la verità questo auspicio del Comune di Milano è lo stesso di tanti altri Comuni grandi o piccoli. Ormai è da tempo che le varie amministrazioni comunali del nostro territorio alla mancanza di fondi statali si rifanno con gli interessi sui poveri automobilisti.

Tuttavia Razzanti è convinto che «la questione debba essere affrontata in modo radicalmente diverso e non già in termini punitivi e “polizieschi”. Se alle telecamere sui semafori, che verranno installate un po’ ovunque, si sostituissero interventi pluriennali in grado di aumentare il numero di parcheggi e di migliorare la mobilità urbana facilitando gli spostamenti e mettendo in condizione gli automobilisti di circolare senza l’incubo delle multe, sarebbe decisamente meglio. Il clima attuale, confermato amaramente dalle parole della Scavuzzo, rimane quello “giustizialista” delle multe concepite come tasse per sostenere il Comune di Milano. Anche perché, rebus sic stantibus, i proprietari di parcheggi privati non possono che continuare a stappare champagne».

Quinto de Stampi MI, 2 febbraio 2020 

Presentazione del Signore.                                           DOMENICO BONVEGNA

Qualche anno fa avevo affrontato lo stesso tema con un intervento che pubblico qui sotto.

I COMUNI CHE FABBRICANO MULTE.

Finalmente un giornale che ha il coraggio di denunciare una vergognosa consuetudine che dura da molto tempo. Mi riferisco alle multe indiscriminate che gli automobilisti italiani devono pagare per infrazioni trappole, preparate dai Comuni. L’argomento l’avevo affrontato qualche anno fa, allora, sottolineavo l’aspetto delle cifre alte che gli automobilisti distratti dovevano pagare. Inoltre, denunciavo la sproporzione pecuniaria delle multe. Sabato scorso, della questione multe, se ne è occupato, “La Verità”, quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: “Denunciati i Comuni che fabbricano multe”, articolo di Carlo Piano, in prima pagina, del 17 giugno 2017.

Il giornalista intervista il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, che denuncia le amministrazioni comunali che incassano milioni con gli autovelox e con tante altre multe irregolari. Pare che la sicurezza stradale sia l’ultima delle preoccupazioni dei sindaci e che si pensi solo a fare cassa per tappare i buchi creati da altre voci di bilancio.

La Verità riporta le cifre e sono veramente scandalose; nel 2016, gli automobilisti hanno pagato 1,7 miliardi di euro di multe + 46%, rispetto all’anno precedente. In pratica secondo Piano, per i Comuni le multe sono diventate una fabbrica di soldi. Nessun settore economico registra una crescita così enorme, 1,7 miliardi è una cifra enorme. Su 100 multe, 84 sono elevate dalle polizie locali e “vanno a rimpinguare le prosciugate casse dei nostri Comuni”, che per legge dovrebbero reinvestire il 50 per cento in sicurezza stradale, ma non lo fanno mai.

Per il giornale la maggior parte delle contravvenzioni sono quelle più facili da elevare. Si tratta di multe per divieto di sosta ed eccesso di velocità riscontrato dagli autovelox. Infatti per queste infrazioni non è necessaria la presenza fisica del vigile. Per quanto riguarda l’autovelox, è diventato un vero e proprio tormentone per gli automobilisti. Spesso sono piazzati nascosti e in presenza di limiti di velocità assurdi. Pare che in Europa siamo i primi nell’incremento di sanzioni per eccesso di velocità.

Queste multe diffuse, per il presidente dell’Aci, sono la tragica conseguenza della mancanza di parcheggi e la debolezza del trasporto pubblico, che spingono i cittadini a usare l’auto anche quando ne farebbero a meno. Può capitare anche che gli autovelox sono segnalati ovunque per disorientare gli automobilisti. Inoltre secondo La Verità, esistono dei limiti di velocità esageratamente ridotti rispetto alle caratteristiche della strada, messi lì appasta per non essere rispettati.

In un Comune del veronese hanno messo un autovelox a 3 metri d’altezza perché nessuno lo vedesse. So di un Comune nell’interland milanese che ha chiuso una strada per alcune ore della notte e così gli ignari automobilisti, non vedendo il minuscolo cartello, quando l’attraversano si beccano 100 euro a notte.

Pare che a causa della mancata trasparenza,“ci sono casi di comandanti dei vigili rimossi perché si rifiutavano di perseguitare gli automobilisti” .

E’ chiaro che è giusto e doveroso dissuadere gli automobilisti da comportamenti pericolosi. Nessuno vuole o istiga il far west nella guida automobilistica. Certamente chi sbaglia e mette soprattutto a repentaglio la vita di tutti deve pagare, magari fino al ritiro della patente o con il carcere. E questo peraltro è stato sottolineato dal presidente dell’Aci.

Purtroppo l’articolo de La Verità, non ha evidenziato la questione dei costi elevati delle contravvenzioni, che considero sproporzionato, soprattutto in tempi di forte crisi economica. Non si può far pagare una semplice sosta vietata con una multa di 86 euro, o il superamento del limite di velocità con 160 euro. Ma vi rendete conto, quanti sono 160 euro? Per qualcuno, rappresenta, quasi un quarto di stipendio.

Se i nostri amministratori comunali per pareggiare i loro bilanci, sono costretti a multare e a tassare a più non posso i propri cittadini, non sarebbe meglio chiuderli questi Comuni e andare a tutti a casa?

Quinto de Stampi MI, 19 giugno 2017

San Romualdo abate                                                                             Domenico Bonvegna

                                                                                                                        domenico_bonvegna@libero.it

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