LE SETTE FRASI CHE MOSTRANO COME IL COMUNISMO NON SIA FINITO.

Le sette frasi che mostrano come il comunismo non sia finito

 Ho ricevuto queste sintetiche riflessioni dall’amico Guido Verna, tratto da uno studio presentato a giovani militanti di Alleanza Cattolica. 

Oggi, l’odio verso la creazione e il Creatore è arrivato a questo: degradare l’uomo ad animale e innalzare l’animale a umano. Finalmente: Egalitè!

Ci sono sette frasi che mi piace riportare per descrivere come stanno lavorando i semi che il comunismo ha diffuso sulla nostra terra, ahimè, preparata e resa fertile in tanti anni da lavoratori indefessi. Sette frasi-semi per entrare nel “giardino” del mondo nuovo e riconoscere le “nuove” piante.

 

1) «la fine dell’uomo e la fine dell’umanità?», col punto interrogativo!

Come potesse finire l’uomo e l’umanità precipitando sempre più giù, era un problema che “loro” non si ponevano, né potevano porsi né, tanto meno, potevano risolvere, perché “loro” pensavano l’uomo e l’umanità nel modo seguente:

«L’uomo è materia in evoluzione, materia che si trasforma. L’uomo dotato di cervello è lo stadio più perfetto, e non definitivo, dell’animalità. Continuando la materia ad evolversi, la specie umana potrebbe cessare di esistere: “la specie umana segue la legge del divenire, che si manifesta già nelle specie animali; essa è apparsa, essa si è sviluppata: forse va pure verso la sua fine, ma attualmente è impossibile prevedere questa fine, determinarne le circostanze e, in conseguenza, tenerne conto» [Quaderno Cristianità, p.7, citazione di H. Lefebvre, Il marxismo, ed. it. Garzanti, Milano 1954, p. 37].

2) «La morte dell’umanità non è soltanto l’esito prevedibile del trionfo del socialismo, ma ne costituisce il fine» [Igor Safarevic, Il Socialismo come fenomeno storico mondiale, trad.it., La casa di Matriona, Milano 1980, p.365].

Il loro odio verso la natura, verso Dio, è così radicato che la fine dell’umanità la accoglierebbero forse con soddisfazione intellettuale, perché avrebbero avuto, finalmente, una volta tanto ragione!

3) La descrizione dell’uomo nuovo

«L’uomo, infine, comincerà davvero ad essere in armonia […]. Vorrà anzitutto imparare a dominare i processi semiconsci e poi anche quelli inconsci del suo organismo: il respiro, la circolazione del sangue, la digestione, la riproduzione e, entro i limiti possibili, a subordinarli al controllo della ragione e della volontà […]. La specie umana, il pigro Homo sapiens, ancora una volta sarà sottoposta ad una ricostruzione radicale e diventerà, nelle sue stesse mani, l’oggetto dei più complessi metodi di selezione artificiale e addestramento psicofisico […]. L’uomo farà di questo il suo obbiettivo […] per creare un tipo sociobiologico migliore, un superuomo, se vogliamo […]. L’uomo diventerà incomparabilmente più forte, più saggio, più sottile. Il suo corpo diventerà più armonioso, i suoi movimenti più ritmici, la sua voce più melodiosa […]. Il tipo umano medio si eleverà ai livelli di Aristotele, Goethe, Marx. E al di là di questo crinale emergeranno nuove vette» [Lev Davidovič Trockij, pseudonimo di Leon David Bronštein (1879-1940), desunta dal suo Letteratura e rivoluzione e riportata, senza altri riferimenti, in Richard Pipes, Comunismo,  Rizzoli, Milano 2003, p. 101].

4) «[Fin dall’inizio] furono proposte misure eugenetiche radicali:[…] da noi ci sono tutti i motivi per credere che quando si imporrà il socialismo la riproduzione non sarà affidata alla natura» [Vol’fson S., sociologo sovietico, Sociologija braka i sem’i, Minsk 1929, p.450 in Igor Safarevic, op. cit.,  p.321].

 5) «Da un punto di vista socialista non ha senso che un membro della società consideri il proprio corpo come una sua proprietà privata inoppugnabile, perché l’individuo non è che un punto di passaggio tra il passato e il futuro. Ma è dieci volte più assurdo pensare queste cose della propria “discendenza”», riconoscendo «alla società il diritto totale e incondizionato di intervenire con le sue regole fin nella vita sessuale, per migliorare la razza con la selezione naturale» [Evgenij Alekseevič Preobraženskij (1886-1937), autore di ABC del comunismo con Ivanovič Bucharìn (1888-1938), in Igor Safarevic, op. cit., p.321].

6) «L’amore dei genitori non è forse in larga misura pericoloso per il bambino? […] La famiglia è individualista ed egoista, e il bambino cresciuto al suo interno in linea di massima è antisociale, pieno di aspirazioni egoistiche. […] Allevare i bambini non è un compito privato dei genitori, ma un compito della società» [Zlata Lilina, funzionario del commissariato per l’Istruzione, moglie di Grigorij Evseevič Zinov’ev, pseudonimo di G. E. Apfelbaum (1883-1936), in Richard Pipes, Il regime bolscevico. Dal Terrore rosso alla morte di Lenin, trad. it., Mondadori, Milano 1999, p.383].

 7) 1935, riflettendo sul «progresso di rieducazione degli uomini, per merito del GPU», Gor’kij a giovani: «Quando voi avrete la mia età suppongo che non ci saranno più nemici di classe, ci sarà un solo nemico contro il quale saranno concentrati tutti gli sforzi umani: la natura, ma voi ne sarete i dominatori, è in questa direzione che vi muovete e su questo non c’è niente da dire, ma prima bisogna torcere il collo al capitalismo. […] Mi congratulo col nostro saggio partito e la sua guida, quell’uomo di ferro che è il compagno Stalin» [Maksim Gor’kijm, pseudonimo di Aleksej Maxmovič Pežkov, (1868-1936), in P.Pavlo Vyshkovskyy, OMI, Il martirio della Chiesa cattolica in Ucraina, Luci dell’Est, …, p.33]

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.