CANCELLARE FISICAMENTE CHI NON LA PENSA COME TE.

A Roma abbiamo assistito ad uno spettacolo indegno ancora una volta i cosiddetti collettivi, gli antifa, gli anarchici, i comunisti tentano di impedire un convegno organizzato da giovani di Azione Universitaria (l’organizzazione giovanile di destra universitaria di FdI). Interessante il parallelismo che fa il procuratore Domenico Airoma, vice presidente del Centro Studi Rosario Livatino, della manifestazione di Roma con quelle di Teheran. “I resoconti giornalistici ci hanno mostrato due scenari: – scrive Airoma – l’uno a Roma, all’Università della Sapienza, e l’altro a Teheran. Entrambi sembrano raccontare la stessa storia, quella di chi protesta in nome della libertà. Ma non è così”. (Domenico Airoma, La “sapienza” non abita più a Roma, 27.10.22, alleanzacattolica.org)

A Teheran: migliaia di donne e di uomini sfilano in corteo e vengono presi a colpi di fucile dalle forze di polizia. Motivo: le donne vogliono poter scoprire il proprio capo e gli uomini alzare la testa. Mentre a “Roma i manifestanti si scontrano con gli agenti di polizia non per rivendicare la propria libertà di pensiero ma per impedire ad altri di esercitare la propria. Manifestano per liberarsi non da qualcosa che li opprime ingiustamente, ma da qualcuno, da chi sta esercitando la libertà di manifestare le proprie idee. A Teheran i manifestanti scendono in piazza non per manifestare contro qualcuno, ma per domandare ciò che per natura spetta ad ogni uomo e che un regime teocratico pretende di cancellare, anche con la violenza”. Entrambi manifestano per rivendicare diritti umani fondamentali. Sembrano palcoscenici simili; in entrambi pare entrare in scena la lotta per la libertà. Non è così.

A questo punto è d’obbligo porsi la domanda: Chi sta combattendo per la vera libertà? Non di certo gli squadristi  di Roma, dove incarnano la versione violenta della cancel culture, pretendendo di cancellare non solo una cultura diversa dalla propria, ma anche coloro che osano ancora fisicamente incarnarla.  Negli anni ‘70 c’era chi sosteneva che “uccidere un fascista non è reato”; e vi fu chi prese sul serio tale “insegnamento”, passando all’azione.

“Oggi è il tempo di chi predica la cancellazione del pensiero “diverso”, di una visione dell’uomo alternativa a quella cara ai benpensanti relativisti. Il rischio è che vi sia qualcuno che prenda sul serio l’appello e incominci a distruggere non solo le statue, ma ad eliminare i dissenzienti. Vi è, dunque, una cosa in comune fra Roma e Teheran. Come a Teheran, anche a Roma incominciano a operare i guardiani della Rivoluzione. Ma non hanno la divisa della Polizia. Sarebbe saggio denunciarlo”.

Bisognava ascoltare le risposte degli studenti che nel frattempo occupano la Facoltà di Scienze Politiche alla “Sapienza” di Roma nella trasmissione “Dritto e Rovescio” condotta da Paolo Del Debbio sulle reti Mediaset, peccato che il conduttore non ha continuato a far parlare i giovani, che avremmo sentito in diretta altri particolari inerenti alla violenza verbale e soprattutto il loro manifesto proposito di impedire con la forza l’evento culturale organizzato dai “fascisti” di Azione Universitaria….

Torino, 27 Ottobre 2022                             a cura di DOMENICO BONVEGNA

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