SPAVENTOSA E IGNORATA CARNEFICINA DEI CRISTIANI NEL MONDO.

Dopo l’ennesima strage di CRISTIANI nello SRI-LANKA, (si parla di oltre 200 morti); nel giorno della Resurrezione di Nostro Signore che ha vinto la morte, sento l’obbligo di pubblicare due parziali mie interventi di qualche anno fa, in occasione di stragi simili di fedeli cattolici, proprio in occasione del Santo Natale del 2011 e della Santa Pasqua del 2015…

             

Natale 2011 massacro di Cristiani in NIGERIA.  

Un cristiano ucciso ogni cinque minuti, scrive il professore sociologo Massimo Introvigne, sul mensile Il Timone. E’ uno spaventoso e ignorato massacro dei cristiani, che si ripete in particolare in questi giorni di festa. Ultimo massacro in Nigeria: oltre 110 morti un bilancio provvisorio e ufficioso. L’episodio simbolo è avvenuto nella chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, nello stato confederato di Niger, a circa 45 chilometri dalla capitale federale, Abuja. Qui, la mattina del 25, un’auto bomba è esplosa al termine della messa quando i fedeli stavano uscendo dalla chiesa uccidendo almeno 35 persone e provocando oltre 50 feriti, di cui numerosi in gravi condizioni. L’attentato è stato rivendicato da Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica, movimento vicino ad Al Qaida che si rifà ai Taliban afghani,che ufficialmente rivendica l’estensione a tutta la nazione della sharia, attualmente in vigore, seppure in modo blando, in 12 dei 36 stati confederati che compongono la Repubblica federale. Mentre nel nord-est del Paese, sempre il giorno di Natale, i morti sono stati quattro, da sommare alle 70 vittime dei giorni immediatamente precedenti, di cui una sessantina provocati dall’azione repressiva dell’esercito locale in risposta ad alcuni attentati rivendicati.

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Nel 2001 Barrett e il suo collaboratore Todd M. Johnson cercarono di calcolare il numero totale dei martiri nei duemila anni di cristianesimo. Definendo prima che cosa significa martiri cristiani: “credenti in Cristo che hanno perso la loro vita prematuramente, nella situazione di testimoni, come risultato dell’ostilità umana”. I due studiosi, avvertivano che perdere la vita “nella situazione di testimoni” non implica alcun giudizio sulla santità personale del martire, ma significa che questi cristiani sono stati vittime di genocidi o di guerre con motivazioni prevalentemente religiose. Lo studio alla fine calcolava che “i martiri cristiani nei primi due millenni erano stati circa settanta milioni, di cui quarantacinque milioni concentrati nel solo secolo XX”.

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In particolare il professore Introvigne per quanto riguarda l’Occidente, rileva che spesso vengono attaccate chiese e cimiteri, ma anche sacerdoti, religiosi e “predicatori di strada”; e ricordando il martirio della Serva di Dio, suor Laura Mainetti (1939-2000) uccisa da tre ragazze, Introvigne scrive che di solito la stampa attribuisce questi misfatti a “giovani balordi”, invece, spesso sono attacchi da inserire nella categoria di crimini di odio. Il professore torinese ricorda ancora due sue proposte lanciate in questo vertice: una di creare una banca dati internazionale sui crimini contro i cristiani, per favorire la consapevolezza e la conoscenza del fenomeno sia per una maggiore collaborazione tra le polizie. L’altra proposta, che ha incontrato consensi ma anche resistenze, quella di istituire una giornata europea che ricordi ogni anno i martiri cristiani dell’epoca contemporanea, da celebrare non tanto nelle chiese, ma nelle scuole e nelle città, da celebrare il 7 maggio in ricordo della commovente celebrazione ecumenica nel Colosseo dedicata il 7 maggio 2000 dal beato Giovanni Paolo II (1920-2005) a questi martiri.

Infine Introvigne individua la necessità di diffondere tra la l’opinione pubblica internazionale la consapevolezza di una doppia emergenza:1) La denuncia dei persecutori salverà molti innocenti. Certo degli omicidi, delle torture o degli stupri non sono responsabili i Paesi occidentali, ma essi possono fare di più coordinandosi fra loro per esercitare pressioni efficaci sui governi che perseguitano le minoranze cristiane.

A questo proposito, dimostrando concretezza, bene ha fatto La Padania, il quotidiano della Lega Nord, di invitare a boicottare i Paesi che perseguitano i cristiani. 2) E’ l’emergenza dell’intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Occidente. Consapevole che non siamo ai livelli di Africa e Asia, certamente in Occidente esiste un tentativo laicista di emarginare il Cristianesimo dalla vita sociale con campagne ridicolizzanti e ostili nei confronti della Chiesa. Come spiega bene il Papa Benedetto XVI, “si comincia con il ridicolo e la discriminazione e si arriva ai veri e propri crimini. Il processo ha tre stadi: dall’intolleranza, che è un fatto culturale, si passa alla discriminazione, che è un dato giuridico e quindi alla vera e propria violenza”. Per i sociologi americani Grim e Finke, l’intolleranza e la discriminazione preparano la violenza, è quasi una legge sociale.

S. Teresa di Riva, 26 dicembre 2011  Festa di S. Stefano primo martire.     DOMENICO BONVEGNA

 

CONTINUA IL MARTIRIO DEI CRISTIANI ANCHE NEL XXI SECOLO E IL “SILENZIO COMPLICE”.
In occasione della Santa Pasqua del 2015 venivano colpiti i giovani cristiani universitari del Kenia.

***Qualcuno ha criticato la Chiesa per aver dedicato le stazioni della Via Crucis (2019) per intero allo sfruttamento sessuale delle donne extracomunitarie e all’esodo dei migranti verso l’Europa…Nel 2015 come potete notare i testi sono stati improntati sulle persecuzioni e il martirio dei cristiani oggi…

°Una Pasqua di martirio.
Il Santo Padre Papa Francesco ci aveva invitato in questo Triduo Pasquale a pregare per i tanti cristiani perseguitati e uccisi in nome della loro fede, ma l’invito diventa pressante dopo la carneficina compiuta dai fondamentalisti islamici somali nel campus universitario di Garissa in Kenya, con la barbara eliminazione di almeno 150 giovani studenti cristiani. Dunque la Pasqua 2015 è una Pasqua di martirio, ha ricordato nell’omelia del Venerdì Santo padre Raniero Cantalamessa, ma anche i testi delle stazioni della Via Crucis al Colosseo e ancora nelle parole del Pontefice è stato un continuo riflettere sul martirio di tanti nostri fratelli.

Padre Cantalamessa per le sue riflessioni utilizza un dipinto raffigurante l’”Ecce homo” del pittore fiammingo del XVI Jan Mostaert, in questo dipinto che viene raffigurato il supplizio di Gesù, vediamo, dice il frate, “Gesù che non può più muovere neppure un dito; è l’uomo ridotto all’impotenza più totale, il prototipo di tutti gli ammanettati della storia”. Citando il filosofo Pascal, ha detto: “Cristo è in agonia fino alla fine del mondo, in ogni uomo o donna sottoposti agli stessi tormenti”. Pertanto il predicatore ha chiesto “per una volta”, di non pensare alle “piaghe sociali, collettive”, come “la fame, la povertà…Di esse si parla spesso – anche se mai abbastanza-, ma c’è il rischio che diventino delle astrazioni”. “Pensiamo invece alle vittime concrete, ai perseguitati, ai torturati, che oggi nella maggior parte dei casi sono cristiani”.
Padre Raniero ha ricordato i ventuno cristiani copti uccisi dall’Isis in Libia il 22 febbraio scorso e ha invitato a pregare per tutti gli “Ecce homo”, cristiani e non che in questo momento soffrono a causa della loro fede.

I cristiani perseguitati sono stati ricordati anche nelle meditazioni delle stazioni della Via Crucis, in particolare è stato menzionato il martirio di Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico pakistano ucciso dai fondamentalisti islamici nel 2011. Infine papa Francesco ha rammentato che il cammino doloroso di Gesù continua ancora oggi con tanti “nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Cristo sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice”.
Ecco il Papa denuncia un aspetto ignobile di questa drammatica tragedia della persecuzione e del martirio dei cristiani, c’è un silenzio complice da parte di tutti noi, dell’Occidente laico, ma anche di quello cristiano; spesso ci facciamo vincere dalla pigrizia e dall’indifferenza. Davvero, “rischiamo di essere tutti, istituzioni e persone del mondo occidentale, dei Pilato che si lavano le mani”, ha scritto in questi giorni Galli della Loggia.

Peraltro come è stato detto anche nel convegno di Milano “…perseguiteranno anche voi”, organizzato da Alleanza Cattolica e da Integra onlus, troppe sono le pagine “strappate “dei libri di Storia, come quelle dei circa 45 milioni di cristiani uccisi per la loro fede nel solo secolo XX. In questi giorni mi è capitato di leggere il mirabile volume del giornalista americano Robert Royal, “I Martiri del ventesimo secolo”, sottotitolo: “Il volto dimenticato della storia del mondo”, pubblicato da Ancora Editrice (2002).
° Il significato del Martirio cristiano.
Da qualche anno ritorna nel nostro vocabolario la parola “martire”, per qualche tempo ce ne eravamo dimenticati. E in particolare dopo l’11 settembre 2001, con l’attentato del commando suicida contro le “Torri Gemelle” aveva assunto una valenza terribile, inquietante e distruttiva. Ma i martiri cristiani di cui si parla nel libro di Royal sono un’altra cosa, naturalmente anche quelli dei nostri giorni.

Questi uomini e donne, a volte anche bambini, “non hanno cercato la morte a tutti i costi: hanno amato la vita fino all’ultimo”, scrive padre Bernardo Cervellera nella prefazione al libro. Peraltro è stato spiegato bene da Massimo Introvigne che cosa si intende per martirio: sono i cristiani che offrono volontariamente la loro vita per Cristo e per la Chiesa e sono potenzialmente circa un migliaio all’anno e tra questi, naturalmente c’è Shabaz Bhatti. Poi ci sono i cristiani uccisi a causa diretta o almeno indiretta della loro fede, oltre centomila all’anno. Uno ogni cinque minuti. Eppure se ne parla così poco. “Qualche volta noi dimentichiamo che dietro ad ognuno di questi numeri ci sono delle persone vive, – ha detto Introvigne nell’intervista a Sky tg24 del 4 aprile scorso- ci sono delle madri, dei padri, dei figli, ci sono, come ha detto il Papa al Colosseo, dei torturati, dei decapitati, delle carni straziate”.
I martiri, secondo Cervellera, “non sono nemmeno degli eroi solitari, sacrificati (ab-negati) a qualche valore o ideologia. Essi sono martiri cristiani. Sono morti a causa della loro fede, uccisi proprio da chi voleva contrastare la fede e tutti i valori che da essa ne conseguono”. Il libro di Royal ha il pregio di mostrare la qualità “cristiana” del martirio e di non soffermarsi soltanto sull’atto finale, violento , dell’uccisione del testimone. Padre Cervellera è direttore dell’Agenzia Fides , che ogni anno compila una lista speciale di uomini e donne religiosi missionari che sono morte violentemente. Questi missionari spesso sono impegnati in territori particolarmente a rischio, e hanno dato la vita gratuitamente per non venire meno al loro impegno per i poveri e i più deboli. A volte il martirio, appare come qualcosa di ordinario e non di straordinario, di eccezionale, ma “esso è la dimensione fondamentale di tutta la vita dei cristiani”.

Papa Francesco durante il suo viaggio nella Corea del Sud, parlando dei martiri coreani dopo aver ricordato di tramandare, raccontare e far conoscere la loro storia, ha detto: “…i martiri ci richiamano a mettere Cristo al di sopra di tutto e a vedere tutto il resto in questo mondo in relazione a Lui e al suo Regno eterno (…) i martiri – ha affermato Papa Francesco – ci provocano a domandarci se vi sia qualcosa per cui saremmo disposti a morire”
E’ stato San Giovanni Paolo II a lanciare per primo il messaggio che il secolo XX è un secolo di martiri. Nella sua lettera “Tertio millennio adveniente” (n.37) egli afferma: “Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio. Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze”.
° Quanti sono i Martiri del XX secolo.
Il libro di Royal, pubblicato proprio in occasione del Giubileo del 2000, risponde all’invito del Papa a non perdere la memoria di queste grandi testimonianze. E qui viene evidenziato la specialità del libro dello scrittore americano. Certo la Chiesa in tutti i secoli ha avuto martiri, perché dobbiamo ricordare in particolare, quelli del XX secolo? Perché è stato il periodo con il “maggior numero di martiri cristiani e anche il periodo in cui si è cercato di ignorare (o addirittura occultare) il più possibile l’esperienza del martirio”. Infatti secondo la World Christian Encyclopedia, compilato dallo studioso protestante David Barret (esperto di statistiche), “nel XX secolo vi sono stati oltre 45 milioni di martiri, cioè cristiani che hanno perduto la vita prematuramente in una situazione di ostilità verso il cristianesimo”. In pratica più dei 2/3 della somma totale del martirio dagli inizi del cristianesimo.
Il libro di Royal fa una mappa ben approfondita (507 pagine) una geografia del martirio, che inizia con la tragedia messicana , della rivolta dei Cristeros, la cosiddetta Cristiada, del 1926, che si oppose al governo massonico di Calles. Royal si sofferma sulla splendida figura del gesuita Miguel Augustin Pro. Poi seguono i capitoli riguardanti le varie persecuzione dei cristiani, in particolare Europa, dove c’è stato il più alto numero di vittime, causate peraltro, per la maggior parte dal socialcomunismo, a cominciare dall’Unione Sovietica, e dagli anni del terrore in Ucraina. Si potrà dare l’impressione che ci sia un po’ di pregiudizio, scrive Royal. Ma la realtà dei fatti, parla chiaro. In questo secolo i morti causati a motivo del comunismo sono stati almeno 100 milioni, sia in Urss, che in Cina. Per questo le vittime del comunismo occupano lo spazio maggiore. Altro fatto clamoroso, che può sembrare anche questo un pregiudizio. “Gran parte delle persone di cui parleremo sono morte in Europa (…)Paradossalmente, una delle civiltà e delle culture più avanzate del mondo ha prodotto le atrocità peggiori del XX secolo”. Si pensi alla barbarie e alle atrocità commesse durante la guerra civile spagnola, durata solo tre anni (1936-39). Mentre per altri casi, omicidi di massa e repressioni, durati decenni e magari ancora in atto come in Sudan, Nord Corea e ora in Medio Oriente. Devono ancora essere studiati e bisogna ancora valutarli.
Una cosa è certa per Royal, ancora oggi nelle Chiese si incontra una certa resistenza nell’accettare l’idea di martirio.“Per molti cristiani d’oggi sembra essere una nozione d’altri tempi, un retaggio del passato, che non ha nessun rapporto con la quotidianità della loro vita di fede”. Il giornalista americano ha scritto queste parole quindici anni fa, ora si spera che i cristiani abbiano maggiore consapevolezza, soprattutto dopo i tanti massacri di queste ultime settimane.

 

Quinto de Stampi MI, 5 aprile 2015
Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo                              DOMENICO BONVEGNA
                                                                                                                                                                 

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