PERCHE’ I CRISTIANI SONO I PIU’ PERSEGUITATI?

E’ IN ATTO UNA GUERRA GLOBALE CONTRO I CRISTIANI.

Padre Livio questa mattina durante la consueta rassegna stampa ha iniziato a leggere qualche pagina del libro di Giulio Meotti, collaboratore de IL FOGLIO, “LA TOMBA DI DIO. La morte dei cristiani d’Oriente e l’abbandono dell’Occidente”, ribadendo la fondamentale importanza per i credenti di ricordare questi martiri del XXI secolo…Tra l’altro ricordarli fa anche bene al nostro essere cristiani, come ha scritto Rod Dreher nel suo “L’opzione Benedetto”…

Intanto presento ai miei lettori uno studio di qualche anno fa, un Dossier sulle persecuzioni dei cristiani nel Medio Oriente…

Da un po’ di tempo le persecuzioni, le discriminazioni dei cristiani nel mondo, viene dato un po’ di spazio sui media, occupano venivano conosciute da pochi addetti ai lavori, ora da qualche anno, ma ancora bisogna fare molto di più. Alla fine del 2014 è uscito un approfondito e documentato volume, “Il Libro nero della condizione dei cristiani”, pubblicato da Mondadori, nell’ottobre del 2014. Viene tracciato, forse, per la prima volta un quadro completo delle persecuzioni che i cristiani stanno subendo in tutto il mondo. In 600 pagine si offrono oltre 70 contributi tra testimonianze, reportage e analisi di esperti di 17 nazionalità diverse, sotto la direzione del francese Jean-Michel di Falco, dell’inglese Timothy Radeliffe e dell’italiano Andrea Riccardi, con il coordinamento di Samuel Lieven. Il libro coglie approfondimenti dei più importanti studiosi del mondo: storici, giornalisti, osservatori, rappresentanti di ONG e personalità religiose.

Il testo elenca diverse cifre sulle persecuzioni dei cristiani, anche se questi dati, soprattutto negli ultimi mesi, occorre aggiornarli ogni giorno. Comunque sia il libro parte dalla cifra terrificante di 100 e 150 milioni, è il numero dei cristiani perseguitati, una cifra in continuo aumento, una cosa è certa il cristianesimo è la religione più perseguitata del pianeta.“Dietro questi numeri – scrive nell’introduzione Jean-Michel di Falco,lo si dimentica, talvolta – si nascondono vite umane, storie singolari, volti, uomini e donne, bambini e anziani. Dietro questi numeri ci sono persecutori e perseguitati, carnefici e vittime”.

Una guerra globale contro i cristiani, vista alla luce del messaggio di Fatima.

Andando a rileggere le tre parti del messaggio della Madonna a Fatima, l’ultima parte rivelato solennemente nel 2000, con tanto di commento teologico del card. Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Dopo avere mostrato l’inferno ai tre bambini e avere annunciato la rivoluzione comunista in Russia, Maria rivela come il XX secolo sarebbe stato il secolo dei martiri, fino al tentato assassinio del Papa, nel 1981, poi sventato grazie alle penitenze e alle preghiere di chi prese sul serio il messaggio del 1917.

Dunque la guerra globale contro i cristiani, potrebbe essere vista nell’ottica di questo messaggio. In particolare nel Nord Africa e nel Medio Oriente. Il Pew Forum on religion and pubblic Life di Washington DC ha rivelato che i cristiani sono sottoposti a forme di vessazione, de iure o de facto, in 139 paesi, quasi tre quarti delle società del pianeta. Anche i seguaci di altre confessioni, subiscono minacce, ma non allo stesso livello. Certo non è facile ottenere dati precisi sul numero dei cristiani vittime di persecuzione,ma seguendo i dati delle agenzie internazionali che si occupano della questione sembra che nell’ultimo decennio siano stati uccisi in media 100.000 cristiani ogni anno, per la loro fede.“Si tenga presente che, secondo la stima massima, il numero dei nuovi martiri cristiani sarebbe pari a uno ogni ora, mentre secondo la stima minima ammonterebbe a uno al giorno”. Tuttavia, secondo John Allen, giornalista del “Boston Globe”,“qualunque sia il totale effettivo, comunque, non ci sono dubbi sul fatto che oggi i cristiani rappresentino la confessione più perseguitata del pianeta[…]”.Peraltro il giornalista ci tiene a precisare, che questa osservazione, non significa minimizzare i drammi che affrontano altre comunità religiose. Pertanto,“I cristiani non hanno il monopolio della sofferenza”.

Perchè i cristiani sono i più perseguitati?

Per Allen, i motivi sono quattro: 1) perchè i cristiani sono semplicemente più numerosi dei seguaci di altre confessioni religiose. 2) I cristiani perseguitati oggi si trovano fuori dell’Occidente, nelle principali zone di crescita della cristianità, qui l’espansione dei cristiani è percepita come un pericolo. Come in Cina, con l’esplosione del cristianesimo pentecostale. Nelle regioni dell’Africa subsahariana, in Nigeria, dove i cristiani e musulmani si trovano a stretto contatto. 3) In molte parti del mondo i cristiani non sono semplicemente una minoranza religiosa, ma anche minoranza etnica, linguistica, culturale, per esempio in India. 4), l’ultima causa della guerra contro i cristiani,“è forse la più significativa. In molti paesi i cristiani vengono identificati con l’Occidente, perciò chi nutre sentimenti di ostilità verso Europa o Stati Uniti talvolta ha la tentazione di sfogare le proprie frustrazioni sui cristiani locali”. Questo è successo soprattutto in Iraq.

Perchè tanto silenzio sulle persecuzioni dei cristiani.

A proposito del destino dei cristiani perseguitati, Francesca Paci, nel suo, “Dove muoiono i cristiani”, “quante cose ignoriamo. Ma soprattutto, assai più colpevolmente, quante cose pretendiamo di non vedere”. Nel 2011 il patriarca cattolico di Gerusalemme, Fouad Twal, ha parlato della crisi della cristianità araba in Medio Oriente, in occasione di una conferenza a Londra, e ha chiesto, con estrema schiettezza: “Qualcuno sente il nostro grido? Quante atrocità dobbiamo sopportare prima che qualcuno, da qualche parte, venga in nostro aiuto?”.

Negli ambienti laicisti delle università, dei giornali, della politica,c’è una forte ignoranza, e questo spiega l’indifferenza nei confronti di questa persecuzione. Ma per Allen, c’è “una sorta di ostilità automatica nei confronti della religione istituzionale, in particolare quella cristiana[…]Chi è condizionato da questa prospettiva tende a vedere la cristianità non come la vittima ma come la colpevole della repressione. E’ sufficiente dire ‘persecuzioni religiose’ e subito vengono in mente le Crociate, l’inquisizione, le guerre di religione, Giordano Bruno e Savonarola, la caccia alle streghe di Salem[…]”. E poi ancora alcuni associano il tema alla gerontocrazia tutta maschile di Roma del Vaticano. Ma l’indifferenza dei media e il pregiudizio laico, non sono gli unici responsabili. Ci sono anche i cattolici, le parrocchie, perfino i religiosi, poco sensibili alla persecuzione dei cristiani. “Per molte persone, la guerra contro i cristiani è semplicemente troppo distante. I nuovi martiri spesso vanno incontro alla morte in luoghi come Sri Lanka, Maldive e Sudan, che molti occidentali faticherebbero a individuare sulla carta geografica, per non parlare dello scarso coinvolgimento emotivo verso gli eventi che accadono”. Addirittura per un vecchio comunista francese come Regis Debray,“le vittime sono ‘troppo cristiane’ per suscitare l’interesse della sinistra e ‘troppo straniere’ per attirare la destra”.

Anche nelle parrocchie c’è poco interesse per i cristiani perseguitati.

A questo punto il giornalista diventa polemico:“quanto si dovrà attendere prima di sentire una predica dedicata alla guerra globale contro i cristiani durante le funzioni delle varie confessioni, di incontrare un gruppo di formazione religiosa per adulti che studi questo fenomeno o di trovare un libro che ne parli tra le pubblicazioni disponibili sul retro della chiesa?”

Certamente secondo Allen,“a livello politico-sociale, le Chiese dell’Occidente non hanno ancora posto le persecuzioni anticristiane in cima alla lista delle loro priorità sebbene impieghino enormi risorse per affrontare altre questioni controverse”. In certe parrocchie i temi dominanti sono quelli ambientali, la raccolta differenziata o di recente quelli inerenti al pericolo trivelle.

Del resto fa notare Allen che molti fedeli cristiani frequentano la Chiesa per sfuggire all’enorme stress dello loro esistenza, sostanzialmente cercano la pace e la calma. Pertanto,“sentire racconti di fondamentalisti musulmani che, in Egitto, versano sui polsi dei copti acido solforico per cancellare le croci tatuate, simbolo della loro perseveranza, non è esattamente l’ideale per raggiungere la pace interiore. E’ inquietante, sgradevole e, forse, persino estraneo a ciò che alcuni cristiani in Occidente cercano”. Peraltro è una sensazione che ho provato anni fa quando proponevo in certe parrocchie di fare delle giornate di sensibilizzazione per il martirio di tanti cristiani nel mondo.

Esistono altre difficoltà che il giornalista americano incontra è quella della riluttanza che certi cristiani hanno di parlare delle persecuzioni dei cristiani, per timore di guastare i rapporti con gli islamici per paura di innescare uno “scontro di civiltà”. Altro fattore è quello che i fedeli, i cristiani hanno introdotto nelle loro Chiese l’astio ideologico e le divisioni della cultura che li circonda”. Spesso finiscono per combattere all’interno della Chiesa, battaglie politico-ideologiche, o di gruppi di interesse (sul sacerdozio femminile o il matrimonio omosessuale per esempio) tendendo a demonizzare chi si trova nel fronte opposto. Di conseguenza i cristiani sprecano tristemente un’enorme quantità di tempo ed energie in lotte intestine, e faticano a concentrarsi su problemi di più vasta portata”.

Anche se occorre precisare che non ci sarebbe bisogno di “essere persone di fede per considerare la persecuzione anticristiana un tema urgente”. Basta avere a cuore i diritti umani e il rispetto delle persone. Tra le strategie da adottare per intervenire sulla questione, bisogna sensibilizzare il più possibile sui rischi enormi che i cristiani devono affrontare. Ma una strategia importante è quella del sostegno politico: “la difesa della libertà religiosa deve diventare un pilastro della politica estera e della diplomazia globale”.

La preghiera come risorsa fondamentale per i cristiani perseguitati.

Infine Allen rivaluta uno strumento che dovrebbe essere fondamentale per ogni cristiano: la preghiera. “Non si dovrebbe sottovalutarne l’importanza per la nascita di una nuova cultura nella Chiesa[…]Più i cristiani impareranno a pregare per i perseguitati, più diverranno consapevoli della natura della guerra globale contro i loro fratelli e saranno disposti a fare qualcosa per affrontarla”. A questo proposito il giornalista del giornale americano fa riferimento alla preghiera che la Chiesa preconciliare faceva recitare per la “conversione della Russia” alla fine di ogni messa. Quella era una consuetudine liturgica che “aveva lo scopo di ricordare ai cattolici che nel mondo sovietico gruppi di persone soffrivano a causa della propria fede, e che la Chiesa se ne preoccupava. Si creava così una coscienza popolare sulla ‘Chiesa del Silenzio’, la Chiesa delle catacombe dietro la Cortina di ferro, importante per mantenere alta l’attenzione dei cristiani al destino di quei fratelli”.

Ovviamente non fu solo questo a causare la fine del comunismo, ma senza la cultura della partecipazione creata dalla pratica della preghiera per i perseguitati, non ci sarebbe stato quel moto civile contro il comunismo in Polonia per esempio. Ecco oggi quel particolare tipo di preghiera potrebbe avere un impatto simile anche per le vittime della guerra globale contro i cristiani, favorendo la presa di coscienza e consolidando la determinazione.

 

Quinto de Stampi MI, 13 maggio 2016

Festa della beata Vergine Maria di Fatima                                       Domenico Bonvegna

                                                                                                            domenico_bonvegna@libero.it

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