L’EUROPA VECCHIA E SCRISTIANIZZATA ASPETTA DI ESSERE RIANIMATA DA PAPA FRANCESCO.

Questa mattina padre LIVIO FANZAGA nella consueta rassegna stampa, su RADIO MARIA, ha letto un articolo “Cattolicesimo zombi”, pubblicato da IL FOGLIO (9.3.19) a firma di Giulio Meotti, che presenta una pubblicazione di uno studioso francese,Jerome Fourquet sullo stato di salute della Chiesa francese. Viene fuori una situazione catastrofica, siamo al COLLASSO DELLA FEDE, o meglio della Chiesa. L’articolo de Il Foglio parla di Chiese, seminari  chiusi e vendute, perchè non possono più essere mantenute. E’ una situazione che non si riferisce alla sola Francia ma anche all’intero Occidente. Il direttore di Radio Maria si chiede come mai ancora oggi nella Chiesa non c’è una discussione approfondita su questa massiccia scristianizzazione. In pratica c’è in atto un cambiamento di civiltà, stiamo assistendo alla nascita di un nuovo mondo, un mondo senza Dio. Il modo di pensare della gente è radicalmente cambiato, ormai si incontrano gente che hanno totalmente rimosso dalla loro vita, la questione religiosa. Per padre Livio, le profezie della Madonna a Medjugorje si stanno realizzando tutte.

Propongo uno studio che avevo pubblicato subito dopo l’elezione di papa Francesco.In questo studio presentavo il libretto di Vittorio Messori, “La Chiesa di Francesco”, lo scrittore cattolico,metteva a fuoco i numerosi problemi della Chiesa in Europa…Gli stessi problemi che ha raccontato padre Livio….

PAPA FRANCESCO E IL “V° VIAGGIO DI CRISTOFORO COLOMBO”.

Mario Bergoglio è il primo papa nella storia a venire dalle Americhe, il primo sudamericano e in generale il primo papa dell’emisfero meridionale, il primo gesuita. E sceglie un nome che nessun papa prima di lui ha mai portato: Francesco.

Ma malgrado tutto questo spostamento verso Ovest, per Vittorio Messori, “l’Europa resta il centro strategico e pensante del cattolicesimo, il centro anche della crisi, poiché qui è nata e prosegue la secolarizzazione più accentuata, qui é assai maggiore che altrove la caduta delle vocazioni sacerdotali dei praticanti”.

L’elezione di un papa argentino mi ha dato l’opportunità di pensare alla tesi espressa dal filosofo argentino Alberto Caturelli nel suo ottimo libro «Il Nuovo mondo riscoperto. La scoperta, la conquista, l’evangelizzazione dell’America e la cultura occidentale». Pubblicato dalle Edizioni Ares nel 1992.

In questo testo si sostiene che l’America Ispanica, “il Continente della speranza”, come l’ha chiamato Giovanni Paolo II, è chiamata a svolgere un compito analogo a quello portato a termine dai missionari del secolo XVI e consistente nella distruzione degli idoli prometeici creati dal mondo moderno, l’ideologismo, il democratismo, il consumismo. Questo sforzo di demitizzazione deve essere accompagnato da una operazione di riconquista interiore e di evangelizzazione del mondo, affinché la Croce piantata a Guanahaní — poi San Salvador — possa essere nuovamente inalberata nel Vecchio Mondo”. Caturelli introduceva una categoria storico-culturale particolarmente suggestiva e felice, quella del “quinto viaggio di Cristoforo Colombo [1451 ca.-1506]: «Sembra— scriveva —che sia rimasto sospeso il quinto viaggio dell’Ammiraglio. Cinque secoli dopo la scoperta […] ho l’impressione che si renda necessario un nuovo viaggio, ma in senso contrario ai primi quattro». Con questo pensiero ho letto l’ottimo volumetto, La Chiesa di Francesco, di Vittorio Messori, pubblicato da RCS, Corriere della Sera, il noto scrittore cattolico è riuscito mirabilmente a sintetizzare in 128 pagine tutti i vari“nodi crisi” che attraversano la Chiesa tutta.

Il testo scritto con un linguaggio semplice affronta quei temi che Messori ha esposto in tanti libri della sua lunga e ricca carriera di notista e scrittore. Soltanto nell’ultima parte del testo si occupa della figura di papa Francesco, stilando un’agile biografia del papa argentino. Non tralasciando quegli aspetti controversi quando Bergoglio, si trovò ad affrontare gli anni della dittatura militare argentina, per questo aspetto vi rinvio all’ottimo articolo del professore Massimo Introvigne su la Nuovabq.it.:“La macchina del fango contro papa Francesco”,pubblicato il 15 marzo scorso.

Ma tra le caratteristiche più qualificate di Jorge Mario Bergoglio c’è la semplicità, e l’umiltà, per questo più volte additato a modello da Benedetto XVI. Celebrando la Giornata del Catechista, nel 2010, dichiara: “Il rinnovamento della pastorale e della catechesi non dipenderà da grandi programmi e strutture, ma da uomini e donne nuovi che incarnino questa tradizione e novità, come discepoli di Gesù Cristo e missionari del suo Regno”.Bergoglio auspica una Chiesa che passi da regolatrice a facilatrice della fede. Sempre in riferimento alla catechesi, afferma che “Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescità”. Bergoglio diventa l’araldo di una fede condivisa, donata, occorre mettersi sempre in una prospettiva di missione. Da cardinale organizzava messe e pubbliche preghiere nelle piazze e nelle strade, utilizzava come strumento di evangelizzazione usando anche la rete. L’altra mattina il direttore di Radio Maria argentina, intervistato da padre Livio, ricordava che il cardinale Bergoglio aveva a cuore la radio sostenendola.

Messori nel libro menziona l’impegno del cardinale nei confronti degli ultimi a cominciare da quelli minacciati dall’aborto, nel 2006, quando il governo argentino propone di legalizzare l’aborto, Bergoglio si schiera nettamente contro la proposta, negando la comunione a quei politici che avallino l’aborto. Nel 2009 il cardinale si scaglia contro l’unione tra due uomini autorizzata dalla corte di giustizia argentina definendola “assolutamente illegale”.

Papa Francesco che alcuni considerano progressista, secondo Messori può essere considerato un conservatore, almeno per quanto riguarda il fronte della dottrina religiosa. Anche se i termini conservatore e progressista valgono fino ad un certo punto. Nel 2012 in una intervista, il cardinale Bergoglio aveva affermato che “bisogna uscire da se stessi, andare verso la periferia. Si deve evitare la malattia spirituale della Chiesa autoreferenziale: quando lo diventa, la Chiesa si ammala. E’ vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima”.

Vittorio Messori nell’introduzione confessa di aver previsto l’elezione a papa dell’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, “Doti da indovino, confidenze del Paraclito, collegamenti occulti con le Sacre Stanze cardinalizie? Macchè non facciamola grossa, solo un poco di conoscenza della realtà della Chiesa attuale”.

In pratica Messori era convinto che anche in questo Conclave c’era spazio per un’altra scelta geo-politica, come quella per Karol Wojtyla, per questo ha pensato al “continente della speranza”, all’America del Sud, il continente cattolico per eccellenza nell’immaginario comune, quello grazie al quale lo spagnolo è la lingua più parlata nella Chiesa. Tra l’altro, è un continente che la Chiesa sta per perdere, il Sudamerica “abbandona il cattolicesimo al ritmo di migliaia di uomini e donne ogni giorno. Ci sono cifre che tormentano gli episcopati di quelle terre: dall’inizio degli anni Ottanta ad oggi, l’America Latina ha perso quasi un quarto di fedeli. Dove vanno? Entrano nelle comunità, sette, chiesuole degli evangelicals, i pentecostali protestanti (…)”.

Ma la colpa della crisi in America è anche delle “teologie politiche dei decenni scorsi, predicate dai preti e frati divenuti attivisti ideologici, hanno allontanato dal cattolicesimo quelle folle, desiderose di una religiosità viva, colorata, cantata, danzata. Ed è proprio in questa chiave attraente che il pentacostalismo interpreta il cristianesimo ed attira fiumane di transfughi dal cattolicesimo”.

E’ questa l’eredità che Jorge Mario Bergoglio, raccoglie. Trova una caduta delle vocazioni alla vita religiosa che, soprattutto in Europa, ha spopolato le case canoniche delle parrocchie e i conventi. Trova un mondo che sembra sempre più secolarizzato, ostaggio della nuova ideologia egemone, il “politicamente corretto”, in più, deve fare i conti, all’interno della Chiesa, con le rivalità, i protagonismi, i vizi e la disobbedienza.

UN’EUROPA VECCHIA E SCRISTIANIZZATA DA RIANIMARE DA PAPA FRANCESCO.

Papa Bergoglio, come un “nuovo cristoforo”, ha intrapreso il “V° viaggio colombiano”, auspicato dal suo conterraneo Alberto Caturelli, per rianimare la nostra vecchia e degenerata Europa. Un’Europa che da troppo tempo non è più la Cristianità del 1492 che permise a Colombo tramite il papato e la monarchia spagnola di scoprire, conquistare ed evangelizzare il Nuovo Mondo, divenendo poi Iberoamerica. Come tutti hanno potuto constatare Papa Francesco, con molta semplicità, con lo spirito francescano e ignaziano ha iniziato subito l’arduo compito.

Per intendere lo stato degenerativo del nostro continente riprendo alcuni fatti che mi hanno colpito nel libro di Vittorio Messori, La Chiesa di Francesco, pubblicato da Il Corriere della Sera.

L’Europa, umbilicus Ecclesia, la situazione non è rassicurante, a cominciare dall’azzeramento delle vocazioni al sacerdozio secolare che sta “dissolvendo buona parte della millenaria rete delle diocesi e delle parrocchie, per mancanza di personale ecclesiastico che possa succedere a chi muore o si ritira. Diocesi di milioni di battezzati danno da molti anni un numero di ‘preti novelli’, come un tempo si diceva, inferiore al numero delle dita di una mano”.

Pertanto, ormai gli accorpamenti sono la norma.“Vi sono diocesi dove, – scrive Messori – per la santa Sede, è difficile persino trovare, nel clero locale superstite, qualche candidato adeguato per consacrarlo vescovo del luogo; vi sono episcopi in grandi, magnifici palazzi dove il presule è quasi solo, in una infilata di sale e saloni deserti”.

Nel nord Europa molte chiese sono diventate multisala cinematografiche, sale da giochi, in qualche caso sex-shop. In Austria, il clero in rivolta contro Roma, molti parroci vivono apertamente in concubinato per protesta contro il celibato obbligatorio. In Olanda, racconta Messori, c’è un gigantesco magazzino, si può visitare anche il sito internet, dove si può trovare di tutto. “Quei capannoni – scrive Messori –sono un ammasso (svenduto a prezzi stracciati, vista l’esiguità della domanda) dell’intero contenuto di luoghi di culto abbandonati o adibiti a usi del tutto profani”. Qui si tocca con mano la debacle cattolica del nostro Continente.

E’ veramente triste vedere quel cumulo tragico di statue di santi, di quadri edificanti, di Via Crucis, di tabernacoli, di campane e campanelli, di vasche battesimali, di altari, di ostensori, di candelabri, di confessionali, di inginocchiatoi, di vetrate, di armadi da sagrestia, di abiti liturgici. A improbabili acquirenti scrive Messori- si propongono persino le venerate reliquie di santi, racchiuse in artistiche cornici”. In pratica si tratta di una vera e propria discarica, per tutto ciò che fu ‘cattolico’, dove pare i clienti siano scenografi cinematografici e teatrali o arredatori eccentrici in cerca di un pezzo curioso, magari per qualche abbinamento blasfemo per bar, discoteche, garconniers”.

Nella programmazione urbanistica dei quartieri delle varie periferie delle metropoli europee, che un tempo erano cattoliche, non è previsto uno spazio per l’edificio ecclesiale. Mentre si levano rumorose rivendicazioni islamiche, appoggiate da certi politici e intellettuali “illuminati”, se quei piani non prevedono l’ormai obbligatoria moschea. Naturalmente di questa indifferenza sono colpevoli i cattolici.

I seminari sono semivuoti, per i pochi superstiti, c’è l’insegnamento di teologi e biblisti che non sempre rispettano le indicazioni che vengano da Roma. In pratica per Messori allo scarso clero manca una cultura adeguata, la prospettiva, il punto di vista cattolico. Molto si è scritto sulla sudditanza di certo clero nei confronti del marxismo, per più di vent’anni dopo il Concilio Vaticano II. Messori racconta un episodio che ha visto protagonista il cardinale Pellegrino di Torino, visitando un grande seminario, fu accolto dai giovani seminaristi, allora ancora in talare, col pugno chiuso, al grido di “Viva Marx! Viva Lenin! Viva Mao Tze Tung!”.

Oggi magari il marxismo non è più di moda ma c’è il relativismo liberal, etico, soprattutto la political correctness, un’ideologia diabolica, dalle apparenze quasi cristiane ma fondata su ciò che il Cristo più detesta: l’ipocrisia, l’eufemismo ruffiano, la manipolazione delle parole per nascondere la realtà nella sua verità”.

Le vocazioni alla vita religiosa sono ai minimi termini, anzi sono destinati inevitabilmente all’estinzione a meno che intervenga qualche imprevisto come un leader carismatico che fa risorgere la famiglia religiosa. Mentre in passato i beni delle congregazioni venivano sequestrati con la violenza come durante la Rivoluzione Francese, da Napoleone, o dai governi anticlericali dell’ottocento.

Oggi,“in tutta Europa è in vendita, o già venduto, o affittato per scopi profani, parte del grande patrimonio edilizio delle famiglie religiose”. Messori nel libretto ricorda il grande ruolo che hanno avuto nella Storia i vari ordini religiosi, la loro scomparsa provocava un disastro non solo religioso ma anche sociale. Infatti,“coloro che negano le radici cristiane dell’Europa non peccano verso la Chiesa ma verso la Storia”.

Messori racconta del “tormentato rinnovamento postconciliare” , che alla fine“si è rivelato incapace di attirare nuove vocazioni: anzi in certi casi, le ha rese ancor più improbabili (…) Dopo il Concilio Vaticano II si è scelta la strada opposta a quella praticata in tutta la storia della Chiesa, dove rinnovamento e riforma sono stati ottenuti non con l’allentamento ma, al contrario, col rafforzamento dell’austerità, del sacrificio, del rigore di vita”. L’ammonimento di San Benedetto a chiunque intraprendeva la via perfections era: “nihil operi Dei praeponatur”, nulla sia anteposto all’ufficio divino, neanche una partita di Champions League, come è capitato in un monastero.

Messori non intende emettere giudizi drastici sul declino delle famiglie religiose, ci sono tante variabili al problema, non bisogna dimenticare che ogni vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa è un dono di Dio. Non la si ottiene con “riforme “ solo umane, come hanno inteso fare nel postconcilio.

In pratica sta morendo una cristianità (un modo di vivere il cristianesimo delle varie famiglie religiose) nel primo millennio eranacoretico, poi subentra quello monastico, accanto ai sacerdoti secolari. Certo occorre distinguere il cristianesimo dalle cristianità che si susseguono nella Storia e che incarnano la fede nei diveris periodi. Segno evidente sono a questo proposito gli stili architettonici ecclesiali: dal romanico, al gotico, al rinascimentale, al barocco, al neoclassico e così via. Ognuno di questi stili ha espresso la fede di sempre, con risultati di aver creato dei capolavori. Per Messori siamo in una fase di passaggio epocale, probabilmente ancora lunga e certamente dolorosa.“La Chiesa muta, col tempo, le sue istituzioni, il suo aspetto esterno stesso, ma non muta natura e non muta lo scopo essenziale per il quale è stata istituita, la salvezza delle anime”.

E poi c’è la questione dei laici, cattolici ed ex cattolici, in Europa c’è l’abbandono in massa della messa domenicale, dell’indifferanza e in alcuni casi c’è l’ostilità nei confronti della Chiesa, fino alla persecuzione, tanto che i sociologi hanno coniato il termine di “cristianofobia”.

 

Rozzano MI, 31 marzo 2013

Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.            DOMENICO BONVEGNA

 

 

 

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