LA CROCE DELLA DISCORDIA DELL’INTER E DEL BARCELLONA.

Tra qualche settimana l’Inter e il Barcellona si affronteranno in una partita di Champions League…Nel 2008 i due club sono stati, loro malgrado, protagonisti di un episodio che ha fatto discutere: l’uso della Croce sulle maglie dei calciatori.  

 

La vittoria dell’Inter contro il Catania, ci ha fatto meditare su una polemica sulla 2^ maglia dell’Inter, quella indossata proprio ieri, quella maglia bianca con la croce di color rosso, così come era quello della squadra milanese nei primi anni del ‘900.

Infatti, da qualche mese i calciatori del club neroazzurro hanno ripreso ad usare una loro antica maglia, riprendendo tra l’altro lo storico simbolo della tradizione lombarda.

Questa maglia è stata indossata fra l’altro anche nell’incontro di Champions League contro la squadra turca del Fenerbahce. In quella occasione una parte dei giornali turchi protestò e un avvocato addirittura giunse a chiedere all’Uefa la sconfitta a tavolino dei neroazzurri perché avevano osato ostentare un ricordo dei templari e delle Crociate.

Naturalmente non vogliamo fare una questione religiosa, né ideologica, anche perché come scrive il senatore Alfredo Mantovano, “[…] prima della caduta del Muro di Berlino a nessun Paese occidentale è passato per la mente di rifiutare la gara con squadre di calcio, come la Stella Rossa, che riportavano simbolo e denominazione esplicitamente comunisti, benché con la Stella Rossa sui carri armati fossero stati e fossero schiacciate persone e libertà.

E nemmeno oggi a nessuno viene in mente di rifiutare qualche confronto agonistico con avversari che portano divise con il simbolo della mezzaluna, solo perché gli attentatori dell’11 Settembre a New York o dell’11 Marzo a Madrid si richiamavano al medesimo disegno”. Ciò non avviene per senso di generosità, ma per buon senso”.

(Alfredo Mantovano, Perché mai Barcellona e Inter dovrebbero giocare senza croce, in Il Domenicale 22 dicembre 2007).

Ma il problema nasce per il gesto che hanno ritenuto di fare i dirigenti di un’altra squadra, il mitico Barça, la squadra dove gioca Ronaldinho. Toglieranno dal loro scudetto, questa è la loro decisione, la croce rossa di San Giorgio quando disputeranno una gara in un Paese a maggioranza islamica. Questo per non turbare gli avversari e i loro supporter.

In pratica il Barcellona fa come quegli insegnanti delle nostre scuole elementari che si autocensurano abolendo presepi e recite natalizie per non turbare gli alunni d’altre religioni. Secondo i dirigenti catalani, la Croce é un simbolo che è ritenuto offensivo nei confronti dei musulmani. “L’autocensura dei dirigenti del Barcellona, – scrive ancora Mantovano – fa cadere le braccia. Si sono sottomessi a un’imposizione che, prima di essere antireligiosa, è incivile. Un minimo di dignità imporrebbe di reagire rivendicando la grandezza di quello che da duemila anni è il simbolo dell’uomo che soffre, della moltitudine di ‘poveri cristi’ che tribolano negli ospedali, nei campi profughi, nelle prigioni…”.

Siamo fermamente convinti che la Croce non è un “simbolo che divide”, anzi! In ogni modo da questa triste faccenda emerge ancora una volta che la nostra società europea è malata, non riesce a saper difendere se stessa, a riscoprire le proprie ricche radici, la propria Identità, la propria Storia.

Ci vuole un sussulto di dignità che probabilmente manca a molti di noi. Troviamo molta più saggezza nel gesto che fa Kakà quando esibisce dopo ogni rete la maglietta che porta sotto quella del Milan e con la scritta “io credo in Gesù”.

Rozzano MI, 11 febbraio 2008

                                                                                          Domenico Bonvegna

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