I “SECOLI BUI” NON FURONO PER NIENTE BUI.

DIECI SECOLI SBRIGATIVAMENTE CONSIDERATI “ETA’ DI MEZZO”.

Leggendo “La vittoria della Ragione”, di Rodney Stark, edito da Lindau (2008), l’autore rileva come il Cristianesimo ha favorito il concetto di individualismo, proprio perché promuove il libero arbitrio e la salvezza. Inoltre il testo dello studioso americano mette in risalto come il cristianesimo ha praticamente abolito la schiavitù e anche per questo si è sviluppato il capitalismo.

Una tesi però che è stata criticata dalla stragrande maggioranza degli storici a cominciare da Robert Fossier e George Duby, peraltro coerenti con la dottrina marxista, che riconoscevano alla Chiesa una certa insistenza alla rassegnazione.
Con questo testo il professore americano intende dire basta a questa leggenda che viene raccontata da troppo tempo. “Nell’Europa medievale la schiavitù finì solo perché la Chiesa estese i suoi sacramenti a tutti gli schiavi e poi riuscì a proibire la schiavitù per i cristiani ( e gli ebrei)”. Lo stesso papa Callisto (morto nel 236) era stato uno schiavo. Solo la teologia cristiana poteva abolire la schiavitù, mentre nelle altre religioni era impossibile: “il cristianesimo ha dedicato un’attenzione seria e intensa ai diritti umani invece che ai doveri”. In pratica le altre grandi fedi minimizzano l’individualismo e pongono l’accento sugli obblighi collettivi. Poi per quanto riguarda il mondo islamico esiste secondo Stark, “una barriera invalicabile alla condanna teologica della schiavitù: Maometto comprava, vendeva, catturava e possedeva schiavi”. Pertanto Stark conclude il 1°capitolo scrivendo che “se il successo dell’Occidente si fonda sulle vittorie della ragione, allora l’ascesa del cristianesimo fu senza dubbio l’evento più importante della storia europea”.

Fu infatti la Chiesa, che dava costante testimonianza del “potere della ragione e della possibilità di progresso”, ad alimentare la speranza di poter modificare il mondo. Tuttavia Stark è convinto che la realizzazione di questa speranza non venne ritardata per niente dai cosiddetti “Secoli Bui”, anzi, “il progresso intellettuale e materiale si sviluppò rapidamente non appena gli europei sfuggirono dalla morsa invalidante della repressione romana e dal frainteso idealismo greco”.
I cosiddetti “Secoli Bui” non furono per niente bui.
Il 2° capitolo Stark esamina come nel Medioevo, il Cristianesimo abbia contribuito al progresso tecnico, culturale e religioso di quei secoli che furono considerati arretrati e ignoranti, proprio perché impregnati del Vangelo. “L’idea che l’Europa fosse precipitata in secoli bui venne creata ad arte da intellettuali antireligiosi e accaniti anticattolici del XVIII secolo che, determinati ad affermare la superiorità culturale della loro epoca, la magnificavano denigrando i secoli precedenti”. Tra i più accaniti si ricorda Voltaire. In questi secoli furono proprio i vertici della Chiesa e i suoi studiosi ad accettare tutte le innovazioni di cui erano circondati con l’introduzione di notevoli revisioni teologiche. Infatti scrive Stark, “l’aspetto più straordinario del Medioevo fu il modo in cui vennero rapidamente e ampiamente adottate le grandi potenzialità della tecnologia, proprio come ci si aspetta da una cultura dominata dalla fede nel progresso”.

Nei secoli XII e XIII, la Chiesa riesaminò completamente i precetti teologici sulle implicazioni morali dell’attività del commercio, i principali teologi rifiutarono le precedenti obiezioni dottrinali nei confronti dei profitti e degli interessi, legittimando così gli elementi primari del capitalismo. Anche perché “le proprietà monastiche non si limitarono più a un’agricoltura di sussistenza. Al contrario, cominciarono a specializzarsi in particolari colture o prodotti e a venderli traendone un profitto che permetteva loro di acquistare beni per altri bisogni”. I monaci, “iniziarono a reinvestire i propri guadagni per aumentare la capacità produttiva e, dal momento che il loro patrimonio continuava a crescere, molti monasteri divennero banche che concedevano prestiti alla nobiltà”. Rondall Collins, definisce tutto questo come “capitalismo religioso”, e aggiunge che “il dinamismo dell’economia medievale era principalmente quello della Chiesa”. Del resto, scrive Stark, “la Chiesa era di gran lunga la maggiore proprietaria terriera in Europa”. E’ noto che la Chiesa riceveva tante donazioni sia di terreni che di beni preziosi che i vari ordini religiosi reinvestiva. Stark ricorda il grande centro monastico di Cluny, che raggiunse un’enorme ricchezza, che San Bernardo di Chiaravalle poi riuscì a gestire al meglio.

Christopher Dawson, grande storico delle civiltà, osservava a proposito del monastero di San Gallo in Svizzera: “Non si tratta più della semplice comunità religiosa, prevista dall’antica regola monastica, ma di un vasto complesso di edifici: chiese, officine, magazzini, uffici, scuole, ospizi destinati ad alloggiare un’intera popolazione di dipendenti, di operai e di servi, alla stregua delle città-tempio dell’antichità”. In questi monasteri si svilupparono amministrazioni sofisticate e lungimiranti, proprio perché tutto si basava sulla meritocrazia. Peraltro secondo Stark il monachesimo medievale coltivò il rispetto per le virtù del lavoro e della vita frugale, anticipando l’etica protestante di un millennio.
Forse la maggiore conquista dei secoli bui fu la creazione delle prime economie che dipendevano essenzialmente da forza non umana. L’uso dell’acqua con i fantastici mulini. Alla fine del XII secolo scrive Stark, l’Europa era affollata di mulini a vento e i proprietari addirittura cominciarono a farsi causa l’un l’altro perché il vento veniva bloccato. L’uso della carta, che si fabbricava meccanicamente, i primi a farlo furono gli europei del Medioevo.

Nei secoli bui, “le persone mangiavano molto meglio che in epoca romana e, di conseguenza, erano più sane, forti e probabilmente più intelligenti”. Per quanto riguarda l’agricoltura, l’uso dei terreni a maggese cambiò in modo marcato l’economia medievale. I medievali inventarono camini e focolari per riscaldare le case, mentre gli edifici romani non erano riscaldati. E poi la rivoluzione dell’invenzione dell’orologio, degli occhiali, che sono nati in Occidente. Innovazioni nelle guerre, interessante l’uso del cannone, la sua precisione sulle navi da battaglia; Stark ci informa che le navi cristiane riuscirono a vincere la straordinaria battaglia di Lepanto proprio per la precisione dei cannoni.

“Tutti questi importanti miglioramenti – scrive Stark – risalgono alla convinzione, presente unicamente nel cristianesimo, che il progresso fosse un obbligo dato da Dio, implicito nel dono della ragione. Condizione fondamentale della fede cristiana era che ci sarebbero sempre state nuove tecnologie e tecniche. Per questa ragione, nessun vescovo o teologo denunciò gli orologi o le navi a vela, mentre in società non occidentali entrambe le invenzioni furono condannate per motivi religiosi”. Innovazioni che si diffusero rapidamente, grazie ai mezzi di trasporto veloci e superiori rispetto all’epoca romana.
Per quanto riguarda il progresso culturale dell’Europa medievale basta segnalare le università, la letteratura, l’invenzione della polifonia nella Musica. Nell’architettura, la bellezza delle grandi cattedrali gotiche, chiamate così con disprezzo dagli illuministi. E poi tanto altro ancora che lascio alla lettura dell’importante e straordinario testo che dovrebbero leggere tutti perché aiuta a recuperare quell’identità perduta dell’Europa cristiana. Del resto all’aggressione terroristica del fondamentalismo islamico, occorre rispondere essenzialmente con la nostra forza culturale che ci viene proprio dalla tradizione cristiana.

 

Quinto de Stampi MI, 27 marzo 2015
S. Ruperto vescovo                                         DOMENICO BONVEGNA
                                                                   domenico_bonvegna@libero.it

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